Nel lavoro pittorico di Gianbecchina intorno alla fine degli anni Cinquanta si va tralasciando questa compostezza mentale, si va verso l'interessante e prossima esperienza astratta.
Adragna, un'altura sopra Sambuca dove giunge la vista e l'alito del Mediterraneo. Qui Gianbecchina, si attesta sul fronte del Paesaggio, tutto si arricchisce di una propria geometria e un'oscillazione ondulatoria governa ogni cosa. La scena è sopraffatta da una armonia necessaria, il colore è motore primario, il segno esercita una indiscussa funzione rivelatrice. Un Paesaggio dichiarante la propria autenticità. Ecco il racconto vibrante di opere come "La Serra"(1957) o di agili acquarelli come "Galli" (1955) la felice conquista del "Grano" (1957).