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La vita di un pittore

di Giuseppe Di Giovanna

  • 1909 Giovanni Becchina nasce a Sambuca Zabut il 2 agosto, penultimo di cinque figli, da Audenzio e da Calogera Guzzardo.
  • 1912 I genitori partono per l’America. Giovanni resta affidato alle cure degli zii, che curano l’educazione del nipote e tentano di avviarlo alla professione di perito agronomo.
  • 1920 Trascorre intere giornate a contemplare i decoratori che dipingono le volte delle case patrizie sambucesi, finché uno di loro, Gaetano Grippi, non lo assume come garzone e gli dà i primi rudimenti della tecnica pittorica.
  • 1922 Si trasferisce a Sciacca, dove frequenta la “Scuola complementare”.
  • 1925 Per assecondare la volontà dello zio, si trasferisce ad Agrigento, dove frequenta per un solo anno l’Istituto Tecnico per Agronomi. Comincia ad eseguire i primi lavori di decorazione.
  • 1926 Seguendo l’esempio di altri due sambucesi, i pittori Antonio Guarino e Alfonso Amorelli, lascia Sambuca e va a Palermo, iscrivendosi alla Scuola Libera del Nudo, presso l’Accademia di Belle Arti; suo maestro è Archimede Campini.
  • 1928 È l’unico a conseguire, su trenta candidati, il diploma di maturità artistica.
  • 1930 Dipinge Concertino in terrazza, che segna il suo orientamento verso le moderne esperienze d’avanguardia e il rifiuto del novecentismo favorito dal regime.
  • 1934 Parte per Roma e si iscrive all’Accademia di Belle Arti; Pippo Rizzo lo spinge a concorrere per una borsa di studio bandita dall’Accademia di Palermo: la vince e prosegue così gli studi a Palermo senza assilli economici.
  • 1935 Partecipa al sodalizio palermitano di artisti d’avanguardia, Guttuso, Barbera, Lia Pasqualino Noto e Franchina.
  • 1937 Vive per sei mesi con l’amico Beppe Sala, studioso d’arte, in una casa di pescatori a Cefalù; dipinge all’aperto numerosi acquerelli.
  • 1938 Espone alla XII Biennale d’Arte di Venezia. A Roma è ospite con Guttuso nello studio di piazza Melozzo da Forlì, assieme a Pizzinato, pittore veneziano. Nello stesso anno si trasferisce a Milano, dove, con gli scultori Tarantino, Pierluca, Nando e la modella pittrice Bettina divide un seminterrato in via del Guercino 8. A Milano conosce Beniamino Joppolo e con lui Migneco,
    Quasimodo, Raffellino de Grada, gli artisti di “Corrente”. Sono anni di stenti; ha un’attività di illustratore per il “Corriere dei Piccoli”.
  • 1940 Fa ritorno in Sicilia e ottiene la cattedra presso il Liceo Artistico di Palermo.
  • 1942 Conosce Maria Marino, sambucese, che diventerà sua moglie nel 1945.
  • 1943 Dipinge Incendio nell’aia, opera di grande intensità espressiva e con una notevole carica di movimento.
  • 1944 Con opere quali La contrattazione o La Famiglia precorre l’avanzata del neorealismo. Guttuso rileva “la terrestre poeticità” del suo stile.
  • 1946 Con numerosi disegni collabora alla rivista “Chiarezza” e al quotidiano “La Voce della Sicilia”, documentando le prime lotte per la terra per il riscatto del popolo siciliano.
  • 1948-54 Svolge un’intensa attività di affresco e restauro, per incarico della Sovrintendenza alle Gallerie, in numerose chiese dell’Isola danneggiate dagli eventi bellici. Partecipa con La zolfara alla Biennale di Venezia e vince il premio “Bevilacqua-La Masa”.
  • 1957 Ritorna alla pittura di cavalletto. Vince il primo premio alla terza edizione del Premio “Alcide De Gasperi” con l’opera Alberi e monti.
    1960-65 Approda all’esperienza astratta con opere quali Scirocco, e La grande messe.
  • 1965 Parte per New York per visitare i fratelli e i numerosi nipoti. Espone all’Hilton.
  • 1968 16 gennaio. Lascia Palermo per raggiungere Sambuca e gli altri paesi sconvolti dagli eventi sismici. Da questa esperienza drammatica nasce una serie di disegni e il grande dipinto Terremoto.
  • 1968-69 Nasce la serie degli “amanti”.
  • 1971 Con l’amico Franco Grasso accorre nei luoghi dell’Etna in eruzione; ne nascono Etna, Lava a Concazza, Donne di Zafferana.
  • 1972 Mostra antologica al Museo Civico di Agrigento.
  • 1974 Lascia l’insegnamento a Palermo e si trasferisce a Roma, dove gli è stata assegnata la cattedra di Figura al Liceo Artistico.
  • 1975 Organizzata dalla città di Palermo, si svolge la mostra antologica nella Civica Galleria d’Arte moderna. L’artista riceverà la “Trinacria d'oro", la massima onorificenza conferita dal presidente della Regione Siciliana.
  • 1978 Le mostre si susseguono in un crescendo di successi. È la volta della personale “La Sicilia di Gianbecchina”, organizzata a Palermo dall’Assessorato al Turismo della Regione.
  • 1979 A cura del Comune di Bagheria si svolge a Villa Cattolica la mostra antologica.
  • 1980 Settembre. A Prato, organizzata dalla Municipalità, si svolge la mostra antologica “La Sicilia di Gianbecchina”.
  • 1982 Espone al Palazzo Arcivescovile di Palermo “Il ciclo del pane”.
  • 1984 Agosto-settembre. Promossa e organizzata dal Consiglio comunale di Sambuca di Sicilia, sotto l’alto patrocinio del Senato della repubblica, si svolge, nei locali dell’ex monastero di Santa Caterina - la mostra antologica 1923-1984 “Gianbecchina nella sua terra: un Inno alla Pace”.
  • 1985-90 Dalle escursioni fatte nell’entroterra siciliano, nasce l’ispirazione per una nuova serie di paesaggi.
  • 1997 22 luglio. Nella residenza estiva di Adragna ha luogo la stipula dell’atto di donazione con cui il Maestro dona al suo paese natio 190 opere eseguite dal 1924 al 1996. Settembre: l’Istituzione Gianbecchina è già realtà.
  • 1998 18 dicembre. Organizzata dall’Assemblea Siciliana, si inaugura, presso la reggia normanna di Palermo, la grande mostra antologica “Ottant’anni di pittura 1918-1998”.
  • 2001 Addio Gianbecchina, cantore degli umili. Il 14 luglio alle sette del mattino dopo un breve malore, si spegne serenamente nella quiete della sua villa di Adragna in Sambuca.
  • L’8 dicembre 2001 si inaugura l’Istituzione Gianbecchina nella città di Gangi, sulle Madonie.

Contatti

Archivio Gianbecchina
Via Cavour, 106, Palermo, Italy
Tel. +39 333 355 6614 - +39 346 221 4377
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