Un ritorno non assoggettato all'idea che si ha della Nuova Figurazione, orientamento estetico e poetico degli anni Sessanta, tutto teso al superamento delle sollecitazioni informali.
In Gianbecchina si attua una sorta di scontro tra le sue visioni precedenti, la parentesi astratto-materica, le istanze della Nuova Figurazione, così che in lui si attua un ritorno alla Figurazione arricchita da variabili e densi umori. In questa contraddizione tra vecchio e nuovo, Gianbecchina va a frugare con mezzi inediti la terra più ascosa, quella che "solo lui conosce", che non è più ferma alla contemplazione.
Su tutto incombe il canto, un senso corale di umana partecipazione, mentre vaghi bagliori di fuoco iniziano ad incendiare gli orizzonti.