La parentesi astratta di Gianbecchina copre un arco temporale che va dal 1960 al 1965, ma il Maestro Siciliano non sarà mai un astrattista geometrico, bensì un astrattista tutto materico.
La sua è una pittura che discende nelle viscere della terra, il tumulto di linee, forme e colori solo apparentemente generano immagini astratte, una natura in chiaro movimento che esalta il fiorire e il germogliare della vita nascosta negli abissi della terra.